Frequenze Binaural / Monaural Beats e Battimenti acustici
a cura di Marco Stefanelli, Ph.D. Indovedic Psychology
Negli ultimi decenni l’utilizzo dei toni puri per induzioni cerebrali (brainwave entrainment) è diventato molto popolare soprattutto con i battimenti binaurali (binaural beats), in gran parte per merito delle ricerche del
Monroe Institute e dei relativi prodotti
Hemi-Sync. In realtà sono divenuti talmente popolari che molte persone hanno l’impressione che “Binaural Beats” sia solo un altro modo di definire le induzioni cerebrali. Ma così non è perchè la tecnica dei battimenti binaurali è attualmente solo una delle varie tecniche di induzione ed infatti ci sono altre tecniche che utilizzano i battimenti con toni puri come per esempio i “
Monaural Beats” e l’ “
Harmonic Box X“.

Diciamo subito che “Binaural Beat” si può tradurre dall’inglese in Battiti Binaurali o Battimenti Biauricolari. I battimenti binaurali sono quindi degli impulsi sonori prodotti da due suoni diversi e separati per i due orecchi (stereofonia), a differenza dei battimenti monoaurali (Monaural Beats) che invece possono utilizzare anche un singolo canale e quindi un singolo orecchio (monofonia).
Il battimento si dice monoaurale quando i due suoni arrivano a un solo orecchio o a entrambi, miscelati precedentemente nell’aria; si dice binaurale quando, mediante due distinti diffusori acustici, si fa in modo che una frequenza arrivi a un orecchio e l’altra al secondo. Dal lato fisiologico, i due fenomeni sono nettamente diversi: il primo nasce da non linearità intrinseca della coclea, il secondo, avvertibile solo per frequenze dei suoni componenti non superiori a ca. 1500 Hz, è un fenomeno centrale nettamente temporale. In acustica, si chiama battimento il fenomeno fisico esterno che determina il battimento monoaurale, ossia la composizione, o interferenza nel tempo, di due suoni puri di uguale ampiezza, ma di frequenza leggermente diversa.
Nel caso più generale, si parla in fisica di fenomeni di battimento ogni volta che si sovrappongono due onde sonore, ottiche, elettromagnetiche, di uguale ampiezza e di frequenza poco diversa. Se le due onde hanno frequenze f1 e f2 e ampiezza A, l’onda risultante ha ampiezza variabile tra 0 e 2 A e frequenza uguale a (f1+f2)/2 e frequenza della perturbazione, o battimento, uguale alla differenza tra le frequenze componenti. Nel caso di onde elettromagnetiche, le due frequenze possono anche essere genericamente poco diverse, con riferimento più al loro rapporto, che può essere, per esempio, pari a 0.9, che al valore della loro differenza.
I
Battimenti Binaurali sono dei battimenti o battiti sonori ritmici veicolati da due suoni (Toni puri) diversi, a bassa intensità e separati per i due padiglioni auricolari.
Quando un tono è ascoltato con un orecchio e un altro tono lievemente diverso è ascoltato nell’altro orecchio, il cervello produce un terzo tono che pulsa alla frequenza della differenza tra i due toni. Per esempio, se un tono di 1000 Hz viene sottoposto all’orecchio sinistro e un tono di 1010 Hz viene sottoposto simultaneamente all’orecchio destro, un terzo tono di 10 Hz viene elaborato e percepito dal cervello.
E’ una delle tecniche più diffuse quando si parla di induzioni cerebrali o brainwave entrainment ed ovviamente funziona solo con suoni stereofonici e quindi è consigliabile l’uso delle cuffie stereofoniche, a differenza del metodo fratello Monaural beats.
I Monaural Beats o Battimenti Monoaurali sono simili ai Binaural beats con la differenza che i due toni portanti vengono miscelati prima di essere inviati all’orecchio. Quando due toni lievemente diversi, opportunamente intrecciati in un singolo suono a bassa intensità, vengono sottoposti allo stesso orecchio, il cervello elabora e percepisce un terzo tono equivalente alla differenza dei due toni ascoltati. E’ una tecnica molto efficace e non richiede l’uso delle cuffie stereofoniche.
Data la complessità dell’argomento cercheremo di fornire informazioni e spiegazioni semplici ma anche informazioni tecnico-scientifiche piu’ complesse supportate e integrate – per quanto possibile – da immagini, grafici, animazioni, video, audio e altri elementi utili che troverete anche in altre sezioni e pagine di questo stesso sito.
Quando due o più toni di una qualsiasi frequenza vengono riprodotti contemporaneamente le vibrazioni aggiunte o sottratte a causa dell’interferenza tra di esse formano una singola onda sonora che solitamente viene percepita come due o più toni.
I monaural e i binaural beats sono il risultato della somma di due forme d’onda le quali sono così vicine in frequenza da essere percepite come un’unica pulsazione o battimento.
Il tono più basso viene chiamato “carrier” (portante o vettore) mentre quello più alto viene chiamato “offset”.
I battimenti binaurali sono risposte uditive del tronco cerebrale che originano nel nucleo superiore ad oliva (superior olivary nucleos) di ciascun emisfero cerebrale.
Scoperti nel 1839 dal ricercatore tedesco H.W. Dove, in un primo momento vennero assunti come un’ulteriore forma di battimento monaurale, ma dopo ulteriori ricerche si scoprì che il binaural beat era prodotto dal cervello stesso.
Quando il cervello riceve differenti segnali dai due orecchi cerca di miscelarli come se si trattasse di due suoni percepiti insieme. Questo perché il cervello deve rielaborare i toni e i binaural beats utilizzano una parte cerebrale diversa rispetto ai monaural beats. Questa è la ragione per cui la tecnica dei battimenti binaurali è unica e peculiare in confronto agli altri metodi di induzione.
Al fine di produrre battimenti binaurali il cervello deve riuscire ad individuare l’angolo di fase tra i due toni. Purtroppo l’apparato cerebrale ha difficoltà ad individuare relazioni di fase con frequenze superiori ai 900 Hertz, cosicché a frequenze più elevate il battimento binaurale diventa impercettibile pur se ancora efficace intorno ai 1500 Hz.
Quando la differenza delle frequenze di due toni supera i 25 Hz. il cervello non riesce a stabilire la relazione di fase tra di essi, cosicché i due toni vengono percepiti come separati in contrapposizione ai battimenti combinati (monoaurali e HBX).
Anche quando il cervello produce battiti binaurali, la profondità di modulazione è di molto inferiore al battito monaurale. Questa è la ragione per cui spesso è difficile percepire battimenti binaurali anche a 440 Hz. che è la frequenza ottimale di rilevamento.
Queste sono le limitazioni di un normale cervello umano, un cervello che ha subito danni neurologici può non essere in grado di percepire i binaural beats.
A differenza dei monaural beats, i binaural beats mantengono piena efficacia anche se i due toni sono di ampiezza diversa e possono essere utilizzati anche se il vettore (carrier) è inferiore alla soglia dell’udibile umano. In questo caso l’effetto è comunque minore.

Purtroppo i battimenti binaurali producono solo piccoli potenziali evocati nella corteccia uditiva cerebrale che è la parte responsabile della
BWE (brain wave entrainment). Uno studio di
Dale S. Foster nel 1990 ha concluso che, sebbene i battiti binaurali producono BWE, essi non sarebbero abbastanza significativi in se stessi. Nel suo studio un suono generato artificialmente produce più onde alfa di un battimento binaurale di 10,5 Hz. Tuttavia i battimenti binaurali hanno anche alcuni vantaggi. Essi possono essere molto ipnotici, questo è dovuto principalmente all’
effetto Ganzfeld che è una situazione di stimolazione sensoriale ridotta, prodotta solitamente coprendo gli occhi di un soggetto disteso con due mezze palline da ping pong, su cui è puntata una luce rossa, e diffondendo attraverso un paio di cuffie del rumore bianco.
Dal momento che richiedono l’utilizzo di ambedue gli emisferi cerebrali, i binaural beats possono anche indurre sincronizzazione cerebrale, “whole-brain effect”, che è un effetto vantato da The Institute Monroe (TMI) e da altri che hanno dato dei nomi propri ai loro prodotti.
Purtuttavia, altre forme di induzione, come per esempio la meditazione stessa, possono produrre sincronizzazione emisferica.
Joseph Licklider, uno scienziato informatico del MIT, ha
testato i battimenti binaurali in una vasta gamma di frequenze. Egli raccomanda l’utilizzo di frequenze portanti
tra i 200 e i 1000 Hertz, con una maggiore efficacia intorno ai 500 Hz. Ovviamente queste raccomandazioni non sono obbligatoriamente applicabili ai battimenti monaurali, ma posso essere usate per avere migliori risultati.