Per Audioterapia intendiamo quella disciplina olistica che utilizza un qualsiasi tipo di sonorità del campo audio grossolano, sottile e causale (suoni, rumori, noise, musica, metamusica, voce, strumenti musicali, vibrazioni ecc.) e un qualsiasi tipo di struttura sonora (convenzionale, naturale, frattale, metafisica ecc.) per scopi terapeutici ed evolutivi: il ristabilimento, il mantenimento e il miglioramento della salute mentale, fisica, energetica e spirituale.
In pratica l’audioterapia comprende tutte le tecniche e le discipline che utilizzano il suono per scopi benefici tra cui la musicoterapia, la suonoterapia e la fonoterapia.
Anche l’audioterapia, così come la musicoterapia e la suonoterapia, può essere attiva o passiva; attiva quando l’utilizzatore partecipa attivamente alla generazione delle sonorità con gli organi di azione, passiva quando l’utilizzatore si limita ad ascoltare con gli organi di senso.
Audio (dal latino audio = sento, ascolto) è tutto ciò che riguarda l’udito, l’acustica e l’informazione elettronica che rappresenta il suono in generale. In altre parole, l’audio è qualsiasi cosa che possiamo ascoltare, dalla voce umana ai rumori ambientali, fino alla musica.
L’Audio è l’informazione elettronica rappresentante il suono. In particolare l’audio è un flusso informativo avendo il suono una natura temporale.
L’informazione elettronica può essere rappresentata in due forme diverse: analogica o digitale. L’informazione elettronica in forma analogica è propria dell’elettronica analogica, mentre l’informazione elettronica in forma digitale è propria dell’elettronica digitale.
Il Suono (dal latino sonus) è la sensazione data dalla vibrazione di un corpo in oscillazione. Il suono è una increspatura dell’Akasha. Tale vibrazione, che si propaga tramite l’aria o altro mezzo elastico, raggiunge l’apparato uditivo dell’orecchio che, tramite un complesso meccanismo interno, crea una sensazione “uditiva” correlata alla natura della vibrazione; in particolar modo la membrana timpanica subendo variazioni di pressione entra in vibrazione.
La Musica (dal sostantivo greco μουσική) è l’arte dell’organizzazione dei suoni e rumori nel corso del tempo e nello spazio.
Si tratta di arte in quanto complesso di norme pratiche adatte a conseguire determinati effetti sonori, che riescono ad esprimere l’interiorità dell’individuo che produce la musica e dell’ascoltatore; si tratta di scienza in quanto studio della nascita, dell’evoluzione e dell’analisi dell’intima struttura della musica. Il generare suoni avviene mediante il canto o mediante strumenti musicali che, attraverso i principi dell’acustica, provocano la percezione uditiva e l’esperienza emotiva voluta dall’artista.
Il significato del termine musica non è comunque univoco ed è molto dibattuto tra gli studiosi per via delle diverse accezioni utilizzate nei vari periodi storici. Etimologicamente il termine musica deriva dall’aggettivo greco μουσικός/mousikos, relativo alle Muse, figure della mitologia greca e romana, riferito in modo sottinteso a tecnica, anch’esso derivante dal greco τέχνη/techne. In origine il termine non indicava una particolare arte, bensì tutte le arti delle Muse, e si riferiva a qualcosa di “perfetto”. Le macrocategorie della colta, leggera ed etnica si articolano in diversi generi e forme musicali che utilizzano sistemi quali armonia, tonalità e polifonia.
Suoni e Rumori: si può distinguere il concetto di suono da quello di rumore. Il suono è in generale una sensazione che nasce nell’uomo quando una perturbazione meccanica si propaga in un mezzo elastico facendolo vibrare. Per questa ragione molto spesso abbiamo a che fare con suoni i cui stimoli acustici hanno le componenti in frequenza multipli della frequenza fondamentale. Il rumore è comunemente identificato come una sensazione uditiva sgradevole e fastidiosa o intollerabile. Tuttavia alcuni studiosi ritengono che la differenza di significato tra “suono” e “rumore” sia legata alla controllabilità dell’emissione acustica, e non alla sua gradevolezza. L’orecchio umano non è ugualmente sensibile a tutte le frequenze, ma è più sensibile nel campo compreso fra 2 kHz e 5 kHz, ed è molto meno sensibile alle frequenze estremamente elevate o estremamente basse. Questo fenomeno è molto più pronunciato ai bassi livelli di pressione sonora che non agli alti livelli. Ad esempio, un segnale a 50 Hz con un livello di pressione sonora di 85 dB dà luogo alla stessa intensità soggettiva di un segnale di 70 dB a 1.000 Hz. Pertanto affinché uno strumento per la misura del rumore reagisca nella stessa maniera dell’orecchio umano, si deve dotarlo di un filtro di ponderazione che ne simuli la risposta. Questo filtro, definito dalla norma CEI è denominato “A”.